Quella volta che organizzai una festa di capodanno

A volte nella vita capita di dover affrontare delle imprese, eventi che mettono a dura prova le nostre capacità. Organizzare una festa di capodanno a volte può essere qualcosa di folle.

Qualche anno fa mi chiamò un cliente. Mi espose questa sua richiesta: voleva l’allestimento di un capodanno in un palazzetto dello sport. Ci sarebbero stati dei gruppi locali che avrebbero suonato alternati a un Dj e infine una ex velina come special guest.

I preparativi

Prima di tutto avevamo bisogno del nullaosta del Comune per poter usufruire del palazzetto dello sport. Maledetta burocrazia! Mancava una settimana e ancora non avevamo notizie! A cinque giorni dall’evento, finalmente, ci concessero questo benedetto nullaosta.

Avevamo 5 giorni scarsi per allestire il palazzetto e renderlo a norma di sicurezza. Cercai di reclutare gente da ogni parte: anche mio padre venne ad aiutarci. Lavorammo giorno e notte e il 29 Dicembre tutto era pronto. La mattina dello stesso giorno arrivarono gli incaricati del comune per il sopralluogo. Il responsabile di sicurezza pronunciò il suo verdetto: il locale non era ancora idoneo! Alcune cose andavano cambiate.

Restavano 2 giorni. Il capodanno si avvicinava, la festa non poteva saltare, erano settimane che ci lavoravamo. Ora quel palazzetto doveva essere allestito. Sembrava impossibile, ma ce l’abbiamo fatta. Ebbene sì, come nella storica pubblicità dell’amaro Montenegro, l’impresa venne completata il giorno stesso. La mattina del 31 Dicembre tutto era pronto. Il responsabile sicurezza si espresse finalmente positivamente. Non ci rimaneva che andare a dormire e riposarci un po’, prima del festone.

La festa

A un’ora e mezza dall’apertura dei cancelli un disastro! Uno dei baristi ebbe un attacco di dissenteria. Non avevamo assolutamente tempo per cercare un sostituto. Cosa fare in questi casi? Google! Digitai immediatamente “rimedi dissenteria della nonna”. I primi risultati: acqua e bicarbonato, acqua e limone ecc.

Incaricai un componente del mio staff di andare in un bar o un supermercato vicino, per comprare dei limoni. Passarono 5 minuti e tornò con un sacchetto: 10 limoni. Ripeto 10 limoni! Cosa ne avremmo fatto di tutti quei limoni? Il risultato fu che facemmo bere 2 litri di acqua e limone al ragazzo per sedare il malore: alla fine stava meglio.

La festa cominciò: orde di ragazzi entrarono a non finire. La serata sembrava procedere benone, i gruppi suonavano, la gente ballava e si scatenò ancor di più col Dj. Quante persone! Forse troppe: stavo proprio pensando che se fosse andata storta anche la più piccola cosa sarebbe successo un casino.

Una degna conclusione

La festa continuò ancora per ore, fino a che successe il guaio. Secondo malore di serata: all’improvviso un ragazzo si sentì poco bene, forse aveva bevuto troppo, così tanto che fummo costretti a chiamare un’ambulanza. Nel frattempo la gente stava per andarsene. Io, impegnato con il ragazzo e l’ambulanza, non mi accorsi di cosa stesse succedendo al guardaroba.

Alcuni nella confusione totale della festa avevano perso il tagliando con il numero del proprio abito. Sembrava di essere al mercato di paese: gente che urlava indicando un cappotto, che successivamente indossavano e infine si accorgevano che non era il proprio, e la storia ricominciava. Tra l’alcol e la confusione della serata, solo la metà dei partecipanti tornò a casa con la certezza di indossare la propria giacca.

Infine credo che la festa non fosse poi riuscita così male. La gente si divertì parecchio, ovviamente io un po’ meno. In quell’occasione penso di aver vissuto il capodanno più stressante della mia vita.

Avrete capito ora perché organizzare una capodanno può essere un’impresa titanica: sono in gioco una miriade di variabili e vivi con l’ebrezza costante del rischio di un fallimento.

Festeggiate tutti stasera, e Buon Anno!

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